Coronavirus in Italia, bollettino oggi 9 gennaio: 19.978 nuovi casi, 484 morti
I dati del Ministero della Salute, aggiornati al 9 gennaio 2021, riportano 19.978 nuovi contagi di Covid-19 su 172.119 tamponi e 484 decessi registrati nelle ultime 24 ore in Italia. Dall’inizio della pandemia a oggi, nel nostro Paese, i casi di Coronavirus hanno superato quota 2.2 milioni. Oltre 78 mila le vittime.
In base al bollettino aggiornato del Ministero della Salute i soggetti attualmente positivi nel nostro Paese, al 9 gennaio 2021, sono 572.842, per un totale di 2.257.866 casi dall’inizio della pandemia a oggi.
Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 19.978 nuovi contagi, 483 decessi.
Le vittime complessive salgono a 78.394.
I dimessi/guariti sono 1.606.630 (+17.040).
In lieve calo i ricoveri ordinari, 25.853 (-47). Aumentano di 6 posti quelli in terapia intensiva, in tutto 2.593.
I tamponi processati sono 27.751.635 (+172.119).
A livello regionale rispetto a ieri in Lombardia si sono registrati altri 2.506 casi, 3.100 in Veneto, 1.790 in Emilia-Romagna, 1.543 nel Lazio, 1.839 in Sicilia, solo per citare i territori più colpiti.
Antonelli (Cts): “Reparti ancora pieni al 50%”
Intervistato da “La Stampa” Massimo Antonelli, primario di Terapia intensiva del Policlinico Gemelli e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), ha dichiarato:
“I reparti sono ancora pieni al 50%. Se arriva la terza ondata rischiamo”.
E ancora:
“Nel mio reparto, che si trova in una regione come il Lazio poco sotto la soglia critica, fino a poche settimane fa c’erano 75 pazienti Covid, mentre ora sono 50, ma non riesco a diminuirli: uno ne dimetto e uno ne ricovero”.
Ha aggiunto l’esperto:
“Anche a livello nazionale non c’è una situazione critica, ma i reparti sono stabilmente pieni al 30%. Non possiamo permetterci il rischio che la terza ondata parta da un livello più alto della seconda, perché comporterebbe rischi maggiori per la tenuta degli ospedali”.
Ha concluso Antonelli:
Ha concluso:
“Per il momento si osserva un peggioramento della situazione epidemiologica e un leggero impatto sui servizi assistenziali. La pandemia è ancora in una fase delicata e come dimostrano gli altri Paesi è possibile un aumento dei contagi per cui sono utili parametri e misure più rigorosi”.