Fibrillazione atriale: cos’è, cause, complicazioni e terapie efficaci

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06/07/2020

La fibrillazione atriale è una disfunzione del ritmo cardiaco, tale da renderlo molto frequente e irregolare. Non ha una connotazione precisa: può verificarsi sporadicamente o divenire cronica, può dipendere da altre patologie cardiache o, se non trattata correttamente, generare serie complicazioni. Il quadro clinico è variabile e la gravità dipende dalle caratteristiche e dalle cause. Generalmente, durante un episodio di fibrillazione atriale, gli impulsi cardiaci assumono un carattere anomalo e le cavità atriali del cuore vengono sottoposte a continue e inutili sollecitazioni, con ripercussioni negative sull’attività ventricolare e su tutto il sistema circolatorio.

Imparare a riconoscere i sintomi tipici di questa condizione è importante, perchè se non trattata nel modo adeguato la fibrillazione atriale può aumentare il rischio di andare incontro a problemi molto gravi come l’infarto o l’ictus. I pazienti che soffrono di questo disturbo dunque dovrebbero tenere monitorata la situazione ed eventualmente procedere con una terapia o un intervento chirurgico che permetta loro di aumentare l’aspettativa di vita ed il rischio.

Fibrillazione atriale: cause e fattori di rischio

Le ragioni per cui si presenta possono essere diverse. Le più frequenti sono di origine cardiopatica, ma potrebbero essere coinvolte situazioni ambientali esterne, dalle disfunzioni tiroidee all’abuso di alcol e di droga. In genere i sintomi più comuni sono palpitazioni cardiache, vertigini, mancanza di respiro e più raramente dolori al petto, anche se non è raro che la fibrillazione atriale sia del tutto asintomatica. L’alterazione ritmica viene diagnosticata e valutata tramite elettrocardiogramma, ecocardiogramma e radiografia del torace, al fine di individuarne le cause e l’evoluzione, e procedere con la terapia o il trattamento più idonei. La fibrillazione atriale è una delle forme di artimia più diffuse e colpisce maggiormente con l’aumentare delle età.


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Caratteristiche ed evoluzione

Nel momento in cui è in corso, il ritmo cardiaco diviene irregolare e molto rapido: non è raro che la frequenza arrivi a toccare i 350 / 400 battiti al minuto. In base alla durata e al modo in cui si presenta, la fibrillazione può suddividersi in tre tipologie. La fibrillazione atriale parossistica, ovvero temporanea, si presenta con una frequenza altissima, tende ad esaurirsi da sé nel giro di pochi giorni e in genere non necessita di trattamenti specifici.

La fibrillazione atriale permanente si presenta con una frequenza inferiore, ma dura molto più a lungo e viene talvolta trattata con farmaci antiaritmici.

La fibrillazione atriale cronica è spesso la conseguenza di altre patologie, che devono essere individuate e trattate preventivamente. Uno dei fattori più comuni a provocare la fibrillazione atriale è una cardiopatia responsabile di un’insufficienza cardiaca, di solito derivata da una malattia reumatica contratta nell’infanzia, da una stenosi mitralica congenita, ma anche da un’infarto miocardico, da un problema coronarico o dall’ipertensione.

Fibrillazione atriale: sintomi e campanelli d’allarme

Come abbiamo accennato, riconoscere i sintomi tipici di questo disturbo è importante anche se in molti casi la fibrillazione atriale risulta del tutto asintomatica e può essere diagnosticata solamente durante una ECG completo. Quando presenti tuttavia i sintomi sono piuttosto riconoscibili e vale dunque la pena conoscerli, in modo da essere in grado di riconoscerli qualora dovessero presentarsi.

I sintomi più tipici di questo disturbo sono i seguenti:

  • Palpitazioni e sensazione di agitazione;
  • Dispnea (difficoltà respiratorie);
  • Sensazione di debolezza e di affaticamento eccessivi.

Altri sintomi che possono essere collegati a questo disturbo ma che risultano più rari sono il dolore toracico e la sincope ossia lo svenimento improvviso.

L’importanza di una diagnosi accurata

Come abbiamo accennato, questo disturbo non si presenta sempre in modo manifesto ma in molti pazienti risulta del tutto asintomatico. Il fatto che non comporti sintomi specifici tuttavia non significa che non sia pericoloso, dunque sarebbe sempre buona norma effettuare una ECG completo per verificare la salute del proprio cuore. Anche questo è un esame che rientra nelle forme di prevenzione ed è consigliato specialmente ai pazienti che presentano già altre problematiche e che hanno superato i 60 anni di età.


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L’elettrocardiogramma è l’unico strumento medico in grado di fornire una diagnosi certa di fibrillazione atriale ed è dunque importante sottoporsi a questo esame, anche in caso di dubbio. La salute del cuore non va mai sottovalutata.

Complicazioni e terapie

La complicazione più grave della fibrillazione atriale è l’ictus, provocato dalla formazione di coaguli nel sangue, conseguenti all’azione dell’aritmia nei confronti dei meccanismi circolatori. Dopo avere individuata l’eventuale causa della fibrillazione atriale, la terapia consiste prevalentemente nella somministrazione di antiaritmici, digitale, betabloccanti e anticoagulanti, nelle dosi indicate caso per caso. Talvolta, per riportare il cuore al ritmo regolare, viene eseguita una cardioversione elettrica o farmacologica, una sorta di “riavvio” del muscolo cardiaco, o un intervento di ablazione a radiofrequenza, che consiste nella “distruzione” di quell’area di miocardio responsabile della fibrillazione atriale. E’ bene ricordare che alla base della fibrillazione atriale spesso vi è una patologia da identificare e trattare correttamente, con il supporto di una terapia di mantenimento specifica per il controllo delle alterazioni della frequenza cardiaca.



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